L’uroboro (dal greco οὐρά che significa “coda” e βορός che vuol dire “divorante”) è un simbolo molto antico che rappresenta un serpente, o anche un drago (pensate allo stemma dei Targaryen in Game of Thrones), che si morde la coda, creando un cerchio senza inizio né fine. Emblema della natura ciclica delle cose, dell’infinito ritorno, delle cose che sono apparentemente immobili ma che invece si muovono eternamente. Ma perché andare a scomodare un simbolo così antico e con un significato così profondo per farlo diventare il titolo di una puntata che non presenta dei grandi colpi di scena, ma anzi è alquanto normale?
Sinceramente non so quale significato gli autori abbiano voluto dargli, ma per me non c’è titolo migliore per questo episodio. Solo l’uroboro poteva racchiudere in sé il duplice senso della puntata. Infatti il serpente che si morde la coda può essere il simbolo sia della sensazione di vivere in una situazione statica ma che in realtà si sta muovendo, ed è il caso del gruppo dell’Abigail che pensa di non aver fatto progressi ma si sbaglia, sia di chi pensa di essere scampato al peggio e che tutto può andare solo per il meglio per ritrovarsi poi di nuovo al punto di partenza, ed è il caso dei sopravvissuti dell’aereo.
Il terzo episodio, diretto da Stefan Schwartz (Luther, Dexter, The Walking Dead e Black Sails) e scritto da Alan Page (Babel), è un crossover con la mini web serie Fear The Walking Dead: Flight 462, ed è il primo crossover in assoluto sia dello spin-off che della serie originale. Si tratta di sedici web episodi, che tutti insieme durano circa 14 minuti, creati per aiutare a pubblicizzare la seconda stagione di Fear The Walking Dead e la sesta stagione di The Walking Dead. Diretta da Michael McDonough, racconta la storia di un gruppo di passeggeri, su un volo che parte da Los Angeles, nei primi momenti dello scoppio dell’apocalisse zombie (la trovate anche su YouTube). In realtà non si tratta di un vero e proprio crossover perché gli attori della web serie (quelli sopravvissuti allo schianto almeno) entreranno a far parte dello show in modo stabile, quindi potremmo definirla un’integrazione.
I sopravvissuti sono una badass di nome Alex (Michelle Ang) e un ragazzo con il viso parzialmente ustionato, a causa della caduta dell’aereo, che si chiama Jake (Brendan Meyer), più altri due tizi che faranno subito una brutta fine. Nonostante si capisca subito che Alex tiene molto a Jake, senza fare altri spoiler, vi posso dire che si sono conosciuti sull’aereo e che c’è un motivo serio dietro le sue attenzioni verso il ragazzo. Alex, che mi era piaciuta già nella web serie, è il tipo di persona che sa come muoversi nel nuovo ordine mondiale e non le interessa di nulla se non raggiungere il suo scopo. Il suo passato è misterioso, anche se sospetto qualcosa nell’ambito militare dato che ha ucciso le due persone che l’avevano appena salvata senza battere ciglio, proprio come quello di Strand, di cui secondo me è un po’ la versione femminile. Sarà proprio Victor a chiudere il suo cerchio simboleggiato dall’uroboro, tagliando con un colpo netto la fune che legava il suo canotto con lo yacht.
Strand, infatti, continua ad essere il tirannico freddo calcolatore burattinaio che tira le fila del gruppo a suo piacimento, interessato solo a raggiungere il suo scopo che, come scopriamo dal confronto con Madison, è quello di raggiungere un posto vicino al paese di Rosarito, in Messico. Versione meno malvagia del Governatore della serie madre, non accetta che si vada contro al suo volere perché, come ci tiene spesso a sottolineare, è solo grazie a lui e a quello che ha messo a disposizione del gruppo che adesso sono vivi. C’è da dire che nonostante i suoi modi siano molto estremi, poche volte ha avuto torto e i suoi metodi sono quelli giusti per sopravvivere in un mondo del genere.
L’autonomina al ruolo di capo da parte di Stand non è dovuta solo al suo benessere economico o al suo carattere autoritario, ma soprattutto al fatto che nessun altro del gruppo si presenta come un’alternativa convincente. I due ragionevolmente papabili, Travis e Daniel, sono confusi e in qualche modo frenati dal voler proteggere le loro famiglie, e se per farlo devono abbassare la testa e immergersi in mare in piena notte per vedere cosa blocca la valvola di aspirazione dell’acqua, lo fanno senza proferir parola. La possibilità che Victor li abbandoni tutti in qualche isola infestata dagli zombie è molto alta e loro lo sanno, ed è per questo che cercano sempre di scendere a patti con le sue decisioni apparentemente illogiche, come la proposta di Travis di trainare il canotto invece di far salire a bordo i due sopravvissuti all’impatto aereo, ma che, puntualmente, si dimostrano tentativi vani.
Per quanto riguarda i ragazzi, non c’è apocalisse che tenga gli ormoni. In pratica per gli zombie vale la stessa cosa che per internet, i giovani si abituano prima alle novità. Giocare e scherzare tra i resti di un disastro aereo è una cosa normale per i ragazzi, un modo per esorcizzare il nuovo assetto mondiale, disobbedire al divieto di allontanarsi lo è ancora di più e l’opportunità di uccidere uno zombie impossibilitato a muoversi è come provare una nuova droga. Dato che la puntata si intitola Ouroboros, ma anche a causa della legge del contrappasso, ad ogni atto di superbia corrisponde una lezione di umiltà, così per un Chris eccitato per aver ammazzato uno zombie c’è un uomo che gli chiede come favore di ucciderlo, e per un Nick che si aggira baldanzoso tra i bagagli senza avere nessun rispetto per i proprietari morti c’è una caduta rovinosa che lo ha portato dritto tra le grinfie di uno zombie.
Il migliore, ancora una volta, è Nick, l’unico personaggio che ha un’evoluzione continua. Sarà che Frank Dillane è un attore fantastico (l’avrà preso dal papà Stephen Dillane, Stannis Baratheon in Game of Thrones), ma è il solo che riesce a dare uno spessore tale al suo personaggio da far apparire reali le emozioni che prova, porta magistralmente sullo schermo la gioia di scherzare con la sorella, la paura per essere finito in una situazione senza via d’uscita e il coraggio di sfidare faccia a faccia uno zombie, passando con una facilità imbarazzante dall’una all’altra.
Vi lascio con un quesito legittimo, ma non sarà che Alicia porta un po’ sfiga?
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